Un motivo per scegliere noi
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Crescere al tempo del Covid19 -
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PARLIAMONE CON.... ASCOLTO
Incontro per docenti e genitori presideduto dalla psicologa psicoterapeuta Dott.ssa Alcidi Alessia.
Attività outdoor: imparare giocando all'aperto
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Io leggo perchè... 2020/2021
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"La lettura è, come l’amore, un modo di essere.” ( Pennac)
001….Cento, Gianni Rodari, lo avrebbe scritto così
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Se io avessi una botteguccia fatta di una sola stanza vorrei mettermi a vendere sai cosa? La speranza. "Speranza a buon mercato!" Per un soldo ne darei ad un solo cliente quanto basta per sei. E alla povera gente che non ha da campare darei tutta la mia speranza senza fargliela pagare.
Gianni Rodari
23 ottobre 2020 Flash-mob della lettura ad alta voce.
Certo non capita tutti i giorni di sapere che un intero Paese, con la P maiuscola, stia celebrando a scuola un personaggio che la scuola, in qualche modo, l’ha cambiata. Come non capita sempre che alunni ed insegnanti abbiano per una mattina, anche se per pochi minuti, un unico obiettivo. Al nostro Circolo è accaduto. Venerdì 23 ottobre, Gianni Rodari, se fosse stato ancora tra noi, avrebbe spento cento candeline e sicuramente non sarebbero state candeline qualsiasi; figuriamoci se un “mago” delle parole come lui non ci avrebbe subito inventato una storia fantastica. Ma torniamo a noi perché la ricorrenza di cui stiamo parlando ci ha dato modo di dedicare il flash-mob della lettura ad alta voce di questo anno scolastico, proprio ad un gigante della scrittura, ad un grande intellettuale del ‘900, padre dell’uso didattico dell’immaginazione, costruttore di storie e chissà quanto altro ancora si potrebbe scrivere di lui. Sta di fatto che, grazie a Gianni Rodari venerdì mattina insegnanti e alunni, dai tre anni dell’infanzia ai “ragazzi” delle quinte, si sono messi tutti a leggere o ad ascoltare qualcosa che egli ha scritto, tratto della sua ricchissima e ancora tanto attuale bibliografia. Non c’è stata soltanto un’ H maltrattata, un “Cappuccetto verde” o “Alice cascherina” tra i protagonisti delle storie, ma molti altri personaggi fantastici che i bambini potranno ancora conoscere e sperimentare nel corso di tutta la loro vita, non solo a scuola perché, come diceva lo scrittore, “Le storie possono essere smontate come giocattoli, sono come un fuoco che si accende per aiutarci a guardare il mondo con occhi diversi e ad amare la vita”. Mai, come in questo momento occorre a tutti noi, ma soprattutto ai nostri piccoli lettori, una carica di fiducia e di umanità.
Grazie a tutti gli insegnanti che credono in questo.
Compito di realtà “Il Parco di Largo Moneta”
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- Categoria: Scuola Primaria Villa Redenta
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I bambini delle classi quarte della scuola di “Villa Redenta” , vi presentano ...“I Giardinetti del Viale della Stazione”, per meglio dire “Il Parco di Largo Moneta”.
Durante questo lungo e difficile periodo dovuto al distanziamento sociale causato dal Covid-19, all’improvviso tutto è cambiato. Con la didattica a distanza abbiamo cercato di mantenere “il contatto” di sempre. Ma ad ogni collegamento in Classroom, sentivamo dai loro interventi, dalle loro richieste, il desiderio di parlare, raccontare, proporre, di stare insieme. Si capiva benissimo che a tutti mancava guardarsi negli occhi, leggere dall’espressioni del volto l’emozioni dei vari momenti... Ci sarebbe ancora tanto da scrivere su questo argomento, ci fermiamo qui ed arriviamo al giorno in cui abbiamo pensato di fare, tutti insieme, un “compito di realtà”.
Abbiamo scelto i Giardinetti del Viale della Stazione perché tutti i bambini delle due classi lo frequentano.
Infografica - Sir Edmund Hillary
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- Categoria: Scuola Primaria Francesco Toscano
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A volte bastano tre semplici parole per far emergere il bello che è dentro le persone, fossero solo dei bambini. La voglia di giocare di una maestra può diventare l’occasione di una crescita biunivoca e concorrere ad arricchire tutti. La maestra posta una domanda nella classroom: che messaggio pensate voglia mandarvi se scrivo “Sir Edmund Hillary”?
“Sir Edmund Hillary”?, non so chi sia, non mi è mai capitato di sentirne parlare, che faccio? Lascio la parola al grande maestro Google, digito le tre parole e scopro con meraviglia che si tratta di uno scalatore neozelandese, il primo che ha raggiunto l’Everest (8848 m di altitudine sul livello del mare) nel lontano 1953, insieme ad un suo amico. Sì ma che messaggio vuole dirci la maestra? Devo continuare a leggere, ancora non lo capisco.