Direzione Didattica 2 Spoleto

La nostra storia

Risale al 1934 una delibera della allora Podestà di Spoleto dove si parla della realizzazione di alcuni edifici scolastici, uno dei quali proprio nel capoluogo: quello che sarebbe diventato poi il F.Toscano. Doveva sorgere nel suburbio di Spoleto perché in quella zona non c’erano edifici adibiti a scuole elementari: le sei aule esistenti non solo erano distribuite in immobili privati di cui il Comune pagava l’affitto, ma erano anche poco capienti e luminose e non dotate di servizi igienici adeguati. La scelta ricadde allora su un terreno che si trovava nella zona suburbana di Spoleto in un’area di 2.520 metri quadrati tra via Cerquiglia (che per un periodo di tempo cambiò il nome in via Costanzo Ciano) e la Scuola Militare di proprietà della famiglia Fioroni. E’ lì che sarebbe sorta la nuova struttura: arretrata di dodici metri dalla strada e composta da sei aule, tutte ubicate a sud e destinate ad accogliere circa 300 alunni.

La scuola, che si presentava più o meno come la vediamo oggi fatta eccezione di un particolare della facciata, aprì i battenti con l’anno scolastico 1939/40, sotto la guida dell’allora direttore didattico Aroldo Laudenzi. I primi insegnanti a salire in cattedra furono Sabatini, Cerasi, Barbieri, Tomassoni, De Angelis, Lupi e Magni. La prima bidella Giuseppa Nannincini. Scartabellando i registri e rispolverando vecchie carte si scoprì che la prima denominazione della scuola era Scuola maschile del Suburbio e che solo in seguito prese il nome di scuola elementare F.Toscano. Sì, ma a partire da quando? E soprattutto, chi era F.Toscano? A chiederselo furono alcune insegnanti e la direttrice didattica Battistina Vargiu che, spinte dalla volontà di ricostruire quella pagina di storia per riconsegnarla alla città e a i loro alunni, si misero in moto per contattare tutti i Toscano presenti ancora a Spoleto. Le ricerche portarono dritte a Rieti dove viveva la sorella di Francesco. A fare il resto ci ha pensato il lavoro certosino svolto in archivio che ha permesso di riportare alla luce i documenti che scandirono quell’intitolazione e ne motivarono la scelta.

Porta la data 29 gennaio 1942 la lettera con cui il direttore didattico Aroldo Laudenzi proponeva al Podestà di Spoleto di intitolare la scuola del suburbio al tenente pilota Francesco Toscano “medaglia d’argento”, figlio di uno dei più stimati maestri elementari di Spoleto e nipote dell’Ufficiale Sanitario di questa città, eroicamente caduto nel cielo di Malta. Proposta, accompagnata poi anche dal nulla osta del Provveditore agli Studi, che il Podestà Ferruccio Ferretti accolse subito con entusiasmo. Tant’è che il 19 febbraio 1942 deliberò di intitolare il nuovo edificio delle Scuole Elementari del Suburbio in via Costanzo Ciano al nome del Tenente Pilota della R. Aeronautica Francesco Toscano decorato di Medaglia d’Argento al valore militare, caduto eroicamente nel cielo di Malta durante l’attuale guerra.

Oltre ai documenti e agli atti ufficiali, il lavoro certosino di archivio ci ha permesso di riappropriarci di quel passato prezioso, e neanche troppo lontano, che ci veniva raccontato dagli alunni del II circolo sulle pagine del Tessino, un giornalino scolastico realizzato negli anni 60 con la tecnica del ciclostile. Su quei fogli che trasudano emozioni e sentimenti, la fotografia di un’epoca che oggi ci appare così distante prende corpo attraverso descrizioni, elaborati, poesie e disegni prodotti con quell’immediatezza comunicativa che solo i bambini sanno avere. Così, pagina dopo pagina, spaccati di vita scolastica e familiare scorrono davanti ai nostri occhi regalandoci l’emozione di rileggere il presente sulla scorta di quei ricordi che a fatica riusciamo ad annodare al nostro tempo. Sfogliando il Tessino, di cui troverete qui alcuni estratti del primo numero dell’anno IV, abbiamo ritrovato temi, poesie, disegni di papà, mamme, zii e nonni degli attuali nostri allievi. Capita così di rintracciare in quelle pagine Patrizia Cristofori, assessore comunale alla Cultura (nel 2011), che commentava la tragedia di Aberfan, avvenuta il 21/10/1966, con gli occhi e le emozioni di una bambina di 7 anni che allora frequentava la seconda classe, sezione C, della Scuola primaria F. Toscano. “Ho sentito molto dispiacere” scriveva “della scomparsa di quei poveri morti dentro la scuola distrutta dalla frana di una montagna di carbone”.

Accanto alla Cristofori, sempre dalle pagine del primo numero del Tessino, Marina Antonimi che avrebbe poi messo a disposizione del II circolo la propria professionalità ed esperienza in campo teatrale, raccontava di quando giocava alla principessa e si travestiva utilizzando una vecchia sottana della nonna, un grembiule da cucina e una tendina per le finestre a fare da corona. “Sembravo una principessa vera”, scriveva la Antonini, ignara che quel gioco si sarebbe trasformato in una passione e in un’arte che l’avrebbe accompagnata per tutta la vita. E più avanti, tra la sezione degli affetti, troviamo ancora Marina Antonini, allora alunna della classe IV B della scuola primaria F. Toscano, che descriveva la sua amata nonna. “Ogni sera vado a visitare la mia cara nonnina. “Sta sempre in casa, il pomeriggio”, raccontava dalle pagine del Tessino. “L’espressione della nonna quando è inquieta, è piuttosto buffa, quando mi rimprovera io mi metto a ridere, questo basta per farla tornare serena e per farle dimenticare la mia birichinata. Come è cara la mia nonnina!”

Articolo apparso il 25/01/2011 su una vecchia edizione del sito internet della Direzione Didattica 2 di Spoleto